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Sapienza 2

Sapienza

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Capitolo 3

1


 

  Al suo posto sorse il figlio di lui Giuda, chiamato Maccabeo;  

 

 

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2


 

  lo aiutavano tutti i fratelli e quanti si erano legati al padre e conducevano la battaglia d'Israele con entusiasmo.  

 

 

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3


 

  Egli accrebbe la gloria del suo popolo, rivestì la corazza come gigante, cinse l'armatura di guerra e impegnò battaglia difendendo il campo con la spada.  

 

 

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4


 

  Nelle sue gesta fu simile a leone, come leoncello ruggente sulla preda.  

 

 

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  Inseguì gli empi braccandoli; i perturbatori del popolo distrusse con il fuoco.  

 

 

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  Gli empi sbigottirono per paura di lui e tutti i malfattori furono confusi e si avviò la salvezza per mano di lui.  

 

 

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  Inflisse amarezze a molti re, rallegrò con le sue gesta Giacobbe; sempre la sua memoria sarà benedetta.  

 

 

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  Egli passò per le città di Giuda e vi disperse gli empi e distolse l'ira da Israele.  

 

 

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9


 

  Divenne celebre fino all'estremità della terra perché radunò coloro che erano sperduti.  

 

 

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  Apollonio radunò dei pagani e un forte esercito dalla Samaria per combattere Israele.  

 

 

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11


 

  Giuda lo seppe e avanzò contro di lui, lo sconfisse e lo uccise; molti caddero colpiti a morte e i superstiti fuggirono.  

 

 

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12


 

  Così si impadronirono delle loro spoglie e Giuda si riservò la spada di Apollonio e l'adoperò in guerra per tutto il tempo della sua vita.  

 

 

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  Quando Seron, comandante delle forze di Siria, seppe che Giuda aveva radunato un contingente e c'era con lui uno stuolo di fedeli e uomini preparati alla guerra,  

 

 

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  disse: «Mi farò un nome e mi coprirò di gloria nel regno combattendo Giuda e i suoi uomini che hanno disprezzato gli ordini del re».  

 

 

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  Fece i preparativi e si unì a lui un forte gruppo di empi per aiutarlo a vendicarsi degli Israeliti.  

 

 

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  Si spinse fino alla salita di Bet-Coròn e Giuda gli andò incontro con piccola schiera.  

 

 

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  Ma come videro lo schieramento avanzare contro di loro, dissero a Giuda: «Come faremo noi così pochi ad attaccar battaglia contro una moltitudine così forte? Oltre tutto, siamo rimasti oggi senza mangiare».  

 

 

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  Giuda rispose: «Non è impossibile che molti cadano in mano a pochi e non c'è differenza per il Cielo tra il salvare per mezzo di molti e il salvare per mezzo di pochi;  

 

 

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  perché la vittoria in guerra non dipende dalla moltitudine delle forze, ma è dal Cielo che viene l'aiuto.  

 

 

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20


 

  Costoro vengono contro di noi pieni d'insolenza e di empietà per eliminare noi, le nostre mogli e i nostri figli e saccheggiarci;  

 

 

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21


 

  noi combattiamo per la nostra vita e le nostre leggi.  

 

 

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22


 

  Sarà lui a stritolarli davanti a noi. Voi dunque non temeteli».  

 

 

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23


 

  Quando ebbe finito di parlare, piombò su di loro all'improvviso e Seron con il suo schieramento fu sgominato davanti a lui;  

 

 

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  lo inseguirono nella discesa di Bet-Coròn fino alla pianura. Di essi caddero circa ottocento uomini, gli altri fuggirono nella regione dei Filistei.  

 

 

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25


 

  Così cominciò a diffondersi il timore di Giuda e dei suoi fratelli e le genti intorno furon prese da terrore.  

 

 

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26


 

  La fama di lui giunse fino al re e delle sue imprese militari parlavano le genti.  

 

 

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27


 

  Quando il re Antioco seppe queste cose, si adirò furiosamente e diede ordine di radunare tutte le forze militari del suo regno: un esercito grande e potente.  

 

 

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28


 

  Aprì l'erario e diede alle truppe il soldo per un anno, ordinando loro di star pronti per ogni evenienza.  

 

 

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29


 

  Ma si accorse che non bastavano le riserve del suo tesoro e che le entrate del paese erano poche a causa delle rivolte e delle rovine che aveva provocato nella regione per estirpare le tradizioni che erano in vigore dai tempi antichi;  

 

 

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  temette di non poter disporre, come altre volte in passato, delle risorse per le spese e i doni, che faceva con mano prodiga, superando i re precedenti.  

 

 

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31


 

  Allora si sentì grandemente angustiato e prese la decisione di invadere la Persia, per riscuotere i tributi di quelle province e ammassare molto denaro.  

 

 

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32


 

  Lasciò Lisia, uomo illustre e di stirpe regia, alla direzione degli affari del re dall'Eufrate fino ai confini dell'Egitto  

 

 

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  e con l'incarico di curare l'educazione del figlio Antioco fino al suo ritorno.  

 

 

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34


 

  A lui affidò metà dell'esercito e gli elefanti e gli diede istruzioni per tutte le cose che voleva fossero eseguite; riguardo agli abitanti della Giudea e di Gerusalemme,  

 

 

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  gli ordinò di mandare contro di loro milizie per distruggere ed eliminare le forze d'Israele e quanto restava in Gerusalemme e cancellare il loro ricordo dalla regione;  

 

 

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  di trasferire degli stranieri su tutti i loro monti e di distribuire le loro terre.  

 

 

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37


 

  Il re poi prese l'altra metà dell'esercito e partì da Antiochia, la capitale del suo regno, nell'anno centoquarantasette; passò l'Eufrate e percorse le regioni settentrionali.  

 

 

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38


 

  Allora Lisia scelse Tolomeo, figlio di Dorìmene, Nicànore e Gorgia, uomini potenti tra gli amici del re  

 

 

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  e spedì ai loro ordini quarantamila uomini e settemila cavalli nel paese di Giuda per devastarlo secondo il comando del re.  

 

 

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40


 

  Questi partirono con tutte le truppe e andarono ad accamparsi vicino ad Emmaus nella pianura.  

 

 

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41


 

  I mercanti della regione ne ebbero notizia e si rifornirono molto di oro e di argento e di catene e vennero presso l'accampamento per acquistare come schiavi gli Israeliti. A quelle truppe si aggiunsero forze della Siria e di paesi stranieri.  

 

 

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42


 

  Giuda e i suoi fratelli videro che i mali si erano aggravati e che l'esercito era accampato nel loro territorio e vennero a conoscenza che il re aveva ordinato di attuare la distruzione totale del loro popolo.  

 

 

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43


 

  Allora si dissero l'un l'altro: «Facciamo risorgere il popolo dalla sua rovina e combattiamo per il nostro popolo e per i nostri luoghi santi».  

 

 

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44


 

  Si radunò l'assemblea per prepararsi alla battaglia e per pregare e chiedere pietà e misericordia.  

 

 

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45


 

  Gerusalemme era disabitata come un deserto, nessuno dei suoi figli vi entrava o ne usciva, il santuario era calpestato, gli stranieri erano nella fortezza dell'Acra, soggiorno dei pagani. La gioia era sparita da Giacobbe, erano scomparsi il flauto e la cetra.  

 

 

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46


 

  Si radunarono dunque e vennero in Masfa di fronte a Gerusalemme, perché nei tempi antichi Masfa era stato luogo di preghiera in Israele.  

 

 

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47


 

  In quel giorno digiunarono e si vestirono di sacco, si sparsero la cenere sul capo e si stracciarono le vesti.  

 

 

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48


 

  Aprirono il libro della legge per scoprirvi quanto i pagani cercavano di sapere dagli idoli dei loro dei.  

 

 

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49


 

  Portarono le vesti sacerdotali, le primizie e le decime e fecero venire avanti i Nazirei, che avevano compiuto i giorni del loro voto,  

 

 

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50


 

  e alzarono la voce al cielo gridando: «Che faremo di costoro e dove li condurremo,  

 

 

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51


 

  mentre il tuo santuario è conculcato e profanato e i tuoi sacerdoti sono in lutto e desolazione?  

 

 

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52


 

  Ecco i pagani si sono alleati contro di noi per distruggerci; tu sai quello che vanno macchinando contro di noi.  

 

 

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53


 

  Come potremo resistere di fronte a loro, se tu non ci aiuterai?».  

 

 

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54


 

  Diedero fiato alle trombe e gridarono a gran voce.  

 

 

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55


 

  Dopo questo, Giuda stabilì i condottieri del popolo, i comandanti di mille, di cento, di cinquanta e di dieci uomini.  

 

 

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56


 

  Disse a coloro che costruivano case o che stavano per prendere moglie, a quelli che piantavano la vigna o che erano paurosi, di tornare a casa loro, secondo la legge.  

 

 

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57


 

  Poi levò il campo e si disposero a mezzogiorno di Emmaus.  

 

 

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58


 

  Giuda ordinò: «Cingetevi e siate forti e state preparati per l'alba di domani a dar battaglia a questi stranieri che si sono alleati per distruggere noi e il nostro santuario.  

 

 

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59


 

  Del resto è meglio per noi morire in battaglia che vedere poi la rovina della nostra gente e del santuario.  

 

 

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60


 

  Il Cielo farà succedere gli avvenimenti secondo quanto è stabilito lassù».  

 

 

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Sapienza 4

 

 

 

 

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