La Bibbia

Genesi 29

Genesi

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Capitolo 30

1


 

  Rachele, vedendo che non le era concesso di procreare figli a Giacobbe, divenne gelosa della sorella e disse a Giacobbe: «Dammi dei figli, se no io muoio!».  

 

 

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2


 

  Giacobbe s'irritò contro Rachele e disse: «Tengo forse io il posto di Dio, il quale ti ha negato il frutto del grembo?».  

 

 

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3


 

  Allora essa rispose: «Ecco la mia serva Bila: unisciti a lei, così che partorisca sulle mie ginocchia e abbia anch'io una mia prole per mezzo di lei».  

 

 

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4


 

  Così essa gli diede in moglie la propria schiava Bila e Giacobbe si unì a lei.  

 

 

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5


 

  Bila concepì e partorì a Giacobbe un figlio.  

 

 

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6


 

  Rachele disse: «Dio mi ha fatto giustizia e ha anche ascoltato la mia voce, dandomi un figlio». Per questo essa lo chiamò Dan.  

 

 

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7


 

  Poi Bila, la schiava di Rachele, concepì ancora e partorì a Giacobbe un secondo figlio.  

 

 

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8


 

  Rachele disse: «Ho sostenuto contro mia sorella lotte difficili e ho vinto!». Perciò lo chiamò Nèftali.  

 

 

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9


 

  Allora Lia, vedendo che aveva cessato di aver figli, prese la propria schiava Zilpa e la diede in moglie e Giacobbe.  

 

 

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10


 

  Zilpa, la schiava di Lia, partorì a Giacobbe un figlio.  

 

 

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11


 

  Lia disse: «Per fortuna!» e lo chiamò Gad.  

 

 

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12


 

  Poi Zilpa, la schiava di Lia, partorì un secondo figlio a Giacobbe.  

 

 

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13


 

  Lia disse: «Per mia felicità! Perché le donne mi diranno felice». Perciò lo chiamò Aser.  

 

 

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14


 

  Al tempo della mietitura del grano, Ruben uscì e trovò mandragore, che portò alla madre Lia. Rachele disse a Lia: «Dammi un po' delle mandragore di tuo figlio».  

 

 

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15


 

  Ma Lia rispose: «E' forse poco che tu mi abbia portato via il marito perché voglia portar via anche le mandragore di mio figlio?». Riprese Rachele: «Ebbene, si corichi pure con te questa notte, in cambio delle mandragore di tuo figlio».  

 

 

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16


 

  Alla sera, quando Giacobbe arrivò dalla campagna, Lia gli uscì incontro e gli disse: «Da me devi venire, perché io ho pagato il diritto di averti con le mandragore di mio figlio». Così egli si coricò con lei quella notte.  

 

 

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17


 

  Il Signore esaudì Lia, la quale concepì e partorì a Giacobbe un quinto figlio.  

 

 

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18


 

  Lia disse: «Dio mi ha dato il mio salario, per avere io dato la mia schiava a mio marito». Perciò lo chiamò Issacar.  

 

 

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19


 

  Poi Lia concepì e partorì ancora un sesto figlio a Giacobbe.  

 

 

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20


 

  Lia disse: «Dio mi ha fatto un bel regalo: questa volta mio marito mi preferirà, perché gli ho partorito sei figli». Perciò lo chiamò Zàbulon.  

 

 

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21


 

  In seguito partorì una figlia e la chiamò Dina.  

 

 

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22


 

  Poi Dio si ricordò anche di Rachele; Dio la esaudì e la rese feconda.  

 

 

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23


 

  Essa concepì e partorì un figlio e disse: «Dio ha tolto il mio disonore».  

 

 

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24


 

  E lo chiamò Giuseppe dicendo: «Il Signore mi aggiunga un altro figlio!».  

 

 

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25


 

  Dopo che Rachele ebbe partorito Giuseppe, Giacobbe disse a Làbano: «Lasciami andare e tornare a casa mia, nel mio paese.  

 

 

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26


 

  Dammi le mogli, per le quali ti ho servito, e i miei bambini perché possa partire: tu conosci il servizio che ti ho prestato».  

 

 

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27


 

  Gli disse Làbano: «Se ho trovato grazia ai tuoi occhi... Per divinazione ho saputo che il Signore mi ha benedetto per causa tua».  

 

 

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28


 

  E aggiunse: «Fissami il tuo salario e te lo darò».  

 

 

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29


 

  Gli rispose: «Tu stesso sai come ti ho servito e quanti sono diventati i tuoi averi per opera mia.  

 

 

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30


 

  Perché il poco che avevi prima della mia venuta è cresciuto oltre misura e il Signore ti ha benedetto sui miei passi. Ma ora, quando lavorerò anch'io per la mia casa?».  

 

 

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31


 

  Riprese Làbano: «Che ti devo dare?». Giacobbe rispose: «Non mi devi nulla; se tu farai per me quanto ti dico, ritornerò a pascolare il tuo gregge e a custodirlo.  

 

 

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32


 

  Oggi passerò fra tutto il tuo bestiame; metti da parte ogni capo di colore scuro tra le pecore e ogni capo chiazzato e punteggiato tra le capre: sarà il mio salario.  

 

 

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33


 

  In futuro la mia stessa onestà risponderà per me; quando verrai a verificare il mio salario, ogni capo che non sarà punteggiato o chiazzato tra le capre e di colore scuro tra le pecore, se si troverà presso di me, sarà come rubato».  

 

 

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34


 

  Làbano disse: «Bene, sia come tu hai detto!».  

 

 

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35


 

  In quel giorno mise da parte i capri striati e chiazzati e tutte le capre punteggiate e chiazzate, ogni capo che aveva del bianco e ogni capo di colore scuro tra le pecore. Li affidò ai suoi figli  

 

 

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36


 

  e stabilì una distanza di tre giorni di cammino tra sé e Giacobbe, mentre Giacobbe pascolava l'altro bestiame di Làbano.  

 

 

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37


 

  Ma Giacobbe prese rami freschi di pioppo, di mandorlo e di platano, ne intagliò la corteccia a strisce bianche, mettendo a nudo il bianco dei rami.  

 

 

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38


 

  Poi egli mise i rami così scortecciati nei truogoli agli abbeveratoi dell'acqua, dove veniva a bere il bestiame, proprio in vista delle bestie, le quali si accoppiavano quando venivano a bere.  

 

 

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39


 

  Così le bestie si accoppiarono di fronte ai rami e le capre figliarono capretti striati, punteggiati e chiazzati.  

 

 

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40


 

  Quanto alle pecore, Giacobbe le separò e fece sì che le bestie avessero davanti a sé gli animali striati e tutti quelli di colore scuro del gregge di Làbano. E i branchi che si era così costituiti per conto suo, non li mise insieme al gregge di Làbano.  

 

 

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41


 

  Ogni qualvolta si accoppiavano bestie robuste, Giacobbe metteva i rami nei truogoli in vista delle bestie, per farle concepire davanti ai rami.  

 

 

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42


 

  Quando invece le bestie erano deboli, non li metteva. Così i capi di bestiame deboli erano per Làbano e quelli robusti per Giacobbe.  

 

 

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43


 

  Egli si arricchì oltre misura e possedette greggi in grande quantità, schiave e schiavi, cammelli e asini.  

 

 

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Genesi 31

 

 

 

 

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