La Bibbia

Genesi 23

Genesi

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Capitolo 24

1


 

  Abramo era ormai vecchio, avanti negli anni, e il Signore lo aveva benedetto in ogni cosa.  

 

 

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2


 

  Allora Abramo disse al suo servo, il più anziano della sua casa, che aveva potere su tutti i suoi beni: «Metti la mano sotto la mia coscia  

 

 

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3


 

  e ti farò giurare per il Signore, Dio del cielo e Dio della terra, che non prenderai per mio figlio una moglie tra le figlie dei Cananei, in mezzo ai quali abito,  

 

 

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4


 

  ma che andrai al mio paese, nella mia patria, a scegliere una moglie per mio figlio Isacco».  

 

 

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5


 

  Gli disse il servo: «Se la donna non mi vuol seguire in questo paese, dovrò forse ricondurre tuo figlio al paese da cui tu sei uscito?».  

 

 

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6


 

  Gli rispose Abramo: «Guardati dal ricondurre là mio figlio!  

 

 

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7


 

  Il Signore, Dio del cielo e Dio della terra, che mi ha tolto dalla casa di mio padre e dal mio paese natio, che mi ha parlato e mi ha giurato: Alla tua discendenza darò questo paese, egli stesso manderà il suo angelo davanti a te, perché tu possa prendere di là una moglie per il mio figlio.  

 

 

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8


 

  Se la donna non vorrà seguirti, allora sarai libero dal giuramento a me fatto; ma non devi ricondurre là il mio figlio».  

 

 

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  Allora il servo mise la mano sotto la coscia di Abramo, suo padrone, e gli prestò giuramento riguardo a questa cosa.  

 

 

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  Il servo prese dieci cammelli del suo padrone e, portando ogni sorta di cose preziose del suo padrone, si mise in viaggio e andò nel Paese dei due fiumi, alla città di Nacor.  

 

 

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11


 

  Fece inginocchiare i cammelli fuori della città, presso il pozzo d'acqua, nell'ora della sera, quando le donne escono ad attingere.  

 

 

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  E disse: «Signore, Dio del mio padrone Abramo, concedimi un felice incontro quest'oggi e usa benevolenza verso il mio padrone Abramo!  

 

 

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  Ecco, io sto presso la fonte dell'acqua, mentre le fanciulle della città escono per attingere acqua.  

 

 

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14


 

  Ebbene, la ragazza alla quale dirò: Abbassa l'anfora e lasciami bere, e che risponderà: Bevi, anche ai tuoi cammelli darò da bere, sia quella che tu hai destinata al tuo servo Isacco; da questo riconoscerò che tu hai usato benevolenza al mio padrone».  

 

 

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15


 

  Non aveva ancora finito di parlare, quand'ecco Rebecca, che era nata a Betuèl figlio di Milca, moglie di Nacor, fratello di Abramo, usciva con l'anfora sulla spalla.  

 

 

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  La giovinetta era molto bella d'aspetto, era vergine, nessun uomo le si era unito. Essa scese alla sorgente, riempì l'anfora e risalì.  

 

 

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  Il servo allora le corse incontro e disse: «Fammi bere un po' d'acqua dalla tua anfora».  

 

 

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18


 

  Rispose: «Bevi, mio signore». In fretta calò l'anfora sul braccio e lo fece bere.  

 

 

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19


 

  Come ebbe finito di dargli da bere, disse: «Anche per i tuoi cammelli ne attingerò, finché finiranno di bere».  

 

 

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20


 

  In fretta vuotò l'anfora nell'abbeveratoio, corse di nuovo ad attingere al pozzo e attinse per tutti i cammelli di lui.  

 

 

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21


 

  Intanto quell'uomo la contemplava in silenzio, in attesa di sapere se il Signore avesse o no concesso buon esito al suo viaggio.  

 

 

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22


 

  Quando i cammelli ebbero finito di bere, quell'uomo prese un pendente d'oro del peso di mezzo siclo e glielo pose alle narici e le pose sulle braccia due braccialetti del peso di dieci sicli d'oro.  

 

 

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23


 

  E disse: «Di chi sei figlia? Dimmelo. C'è posto per noi in casa di tuo padre, per passarvi la notte?».  

 

 

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24


 

  Gli rispose: «Io sono figlia di Betuèl, il figlio che Milca partorì a Nacor».  

 

 

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25


 

  E soggiunse: «C'è paglia e foraggio in quantità da noi e anche posto per passare la notte».  

 

 

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26


 

  Quell'uomo si inginocchiò e si prostrò al Signore  

 

 

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27


 

  e disse: «Sia benedetto il Signore, Dio del mio padrone Abramo, che non ha cessato di usare benevolenza e fedeltà verso il mio padrone. Quanto a me, il Signore mi ha guidato sulla via fino alla casa dei fratelli del mio padrone».  

 

 

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28


 

  La giovinetta corse ad annunziare alla casa di sua madre tutte queste cose.  

 

 

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29


 

  Ora Rebecca aveva un fratello chiamato Làbano e Làbano corse fuori da quell'uomo al pozzo.  

 

 

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30


 

  Egli infatti, visti il pendente e i braccialetti alle braccia della sorella e udite queste parole di Rebecca, sua sorella: «Così mi ha parlato quell'uomo», venne da costui che ancora stava presso i cammelli vicino al pozzo.  

 

 

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31


 

  Gli disse: «Vieni, benedetto dal Signore! Perché te ne stai fuori, mentre io ho preparato la casa e un posto per i cammelli?».  

 

 

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32


 

  Allora l'uomo entrò in casa e quegli tolse il basto ai cammelli, fornì paglia e foraggio ai cammelli e acqua per lavare i piedi a lui e ai suoi uomini.  

 

 

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33


 

  Quindi gli fu posto davanti da mangiare, ma egli disse; «Non mangerò, finché non avrò detto quello che devo dire». Gli risposero: «Dì pure».  

 

 

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34


 

  E disse: «Io sono un servo di Abramo.  

 

 

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35


 

  Il Signore ha benedetto molto il mio padrone, che è diventato potente: gli ha concesso greggi e armenti, argento e oro, schiavi e schiave, cammelli e asini.  

 

 

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36


 

  Sara, la moglie del mio padrone, gli ha partorito un figlio, quando ormai era vecchio, al quale egli ha dato tutti i suoi beni.  

 

 

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37


 

  E il mio padrone mi ha fatto giurare: Non devi prendere per mio figlio una moglie tra le figlie dei Cananei, in mezzo ai quali abito,  

 

 

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38


 

  ma andrai alla casa di mio padre, alla mia famiglia, a prendere una moglie per mio figlio.  

 

 

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39


 

  Io dissi al mio padrone: Forse la donna non mi seguirà.  

 

 

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40


 

  Mi rispose: Il Signore, alla cui presenza io cammino, manderà con te il suo angelo e darà felice esito al tuo viaggio, così che tu possa prendere una moglie per il mio figlio dalla mia famiglia e dalla casa di mio padre.  

 

 

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41


 

  Solo quando sarai andato alla mia famiglia, sarai esente dalla mia maledizione; se non volessero cedertela, sarai esente dalla mia maledizione.  

 

 

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42


 

  Così oggi sono arrivato alla fonte e ho detto: Signore, Dio del mio padrone Abramo, se stai per dar buon esito al viaggio che sto compiendo,  

 

 

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43


 

  ecco, io sto presso la fonte d'acqua; ebbene, la giovane che uscirà ad attingere, alla quale io dirò: Fammi bere un po' d'acqua dalla tua anfora,  

 

 

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44


 

  e mi risponderà: Bevi tu; anche per i tuoi cammelli attingerò, quella sarà la moglie che il Signore ha destinata al figlio del mio padrone.  

 

 

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45


 

  Io non avevo ancora finito di pensare, quand'ecco Rebecca uscire con l'anfora sulla spalla; scese alla fonte, attinse; io allora le dissi: Fammi bere.  

 

 

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46


 

  Subito essa calò l'anfora e disse: Bevi; anche ai tuoi cammelli darò da bere. Così io bevvi ed essa diede da bere anche ai cammelli.  

 

 

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47


 

  E io la interrogai: Di chi sei figlia? Rispose: Sono figlia di Betuèl, il figlio che Milca ha partorito a Nacor. Allora le posi il pendente alle narici e i braccialetti alle braccia.  

 

 

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48


 

  Poi mi inginocchiai e mi prostrai al Signore e benedissi il Signore, Dio del mio padrone Abramo, il quale mi aveva guidato per la via giusta a prendere per suo figlio la figlia del fratello del mio padrone.  

 

 

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49


 

  Ora, se intendete usare benevolenza e lealtà verso il mio padrone, fatemelo sapere; se no, fatemelo sapere ugualmente, perché io mi rivolga altrove».  

 

 

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50


 

  Allora Làbano e Betuèl risposero: «Dal Signore la cosa procede, non possiamo dirti nulla.  

 

 

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51


 

  Ecco Rebecca davanti a te: prendila e và e sia la moglie del figlio del tuo padrone, come ha parlato il Signore».  

 

 

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52


 

  Quando il servo di Abramo udì le loro parole, si prostrò a terra davanti al Signore.  

 

 

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53


 

  Poi il servo tirò fuori oggetti d'argento e oggetti d'oro e vesti e li diede a Rebecca; doni preziosi diede anche al fratello e alla madre di lei.  

 

 

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54


 

  Poi mangiarono e bevvero lui e i suoi uomini e passarono la notte. Quando si alzarono alla mattina, egli disse: «Lasciatemi andare dal mio padrone».  

 

 

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55


 

  Ma il fratello e la madre di lei dissero: «Rimanga la giovinetta con noi qualche tempo, una decina di giorni; dopo, te ne andrai».  

 

 

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56


 

  Rispose loro: «Non trattenetemi, mentre il Signore ha concesso buon esito al mio viaggio. Lasciatemi partire per andare dal mio padrone!».  

 

 

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57


 

  Dissero allora: «Chiamiamo la giovinetta e domandiamo a lei stessa».  

 

 

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58


 

  Chiamarono dunque Rebecca e le dissero: «Vuoi partire con quest'uomo?». Essa rispose: «Andrò».  

 

 

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59


 

  Allora essi lasciarono partire Rebecca con la nutrice, insieme con il servo di Abramo e i suoi uomini.  

 

 

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60


 

  Benedissero Rebecca e le dissero: diventa migliaia di miriadi e la tua stirpe conquisti la porta dei suoi nemici!».  

 

 

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61


 

  Così Rebecca e le sue ancelle si alzarono, montarono sui cammelli e seguirono quell'uomo. Il servo prese con sé Rebecca e partì.  

 

 

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62


 

  Intanto Isacco rientrava dal pozzo di Lacai-Roi; abitava infatti nel territorio del Negheb.  

 

 

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63


 

  Isacco uscì sul fare della sera per svagarsi in campagna e, alzando gli occhi, vide venire i cammelli.  

 

 

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64


 

  Alzò gli occhi anche Rebecca, vide Isacco e scese subito dal cammello.  

 

 

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65


 

  E disse al servo: «Chi è quell'uomo che viene attraverso la campagna incontro a noi?». Il servo rispose: «E' il mio padrone». Allora essa prese il velo e si coprì.  

 

 

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66


 

  Il servo raccontò ad Isacco tutte le cose che aveva fatte.  

 

 

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67


 

  Isacco introdusse Rebecca nella tenda che era stata di sua madre Sara; si prese in moglie Rebecca e l'amò. Isacco trovò conforto dopo la morte della madre.  

 

 

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Genesi 25

 

 

 

 

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